Maria Regina di Scozia: ? Il Potere è Donna
Gennaio 17, 2019 3:08 pm
In un mondo governato da re c’è stato un momento in cui due regine hanno fatto la Storia. Due grandi donne, cugine e nemiche loro malgrado per le dispute sul trono d’Inghilterra e le contese tra cattolici e anglicani. Tradimento, ribellione e cospirazioni metteranno in pericolo entrambi i troni fino all’epico scontro che ha cambiato la storia. Basato sul libro “The True Life of Mary Stuart” dello storico John Guy che ha rivelato nuove prove sulle vite di Maria Stuarda e Elisabetta I. Saorsie Ronan (“Espiazione”, “Lady Bird”) è la lungimirante Maria Stuarda; Margot Robbie (“The Wolf of Wall Street”, “Tonya”) è la regale Elisabetta. L’ideatore di House of Cards torna a raccontare una storia sul potere in un film emozionante.
UN FILM SFARZOSO E AVVINCENTE
Josie Rourke, stimata regista teatrale britannica, debutta al cinema con Maria Regina di Scozia, film che rilegge la figura di Maria Stuarda, donna che ha ispirato tanti artisti, proclamata sovrana a soli sei giorni di vita, cattolica nell’epoca della Controriforma, fatta decapitare da sua cugina Elisabetta d’Inghilterra a 44 anni. Si basa sul libro Queen of Scots: The True Life of Mary Stuart dello storico John Guy, che ha rivelato nuove prove sulle vite di Maria ed Elisabetta, regine divise dal potere.
Regina di Francia a 16 anni, già vedova a 18, Maria (Ronan) respinge le pressioni che la vorrebbero vedere risposata e decide di tornare nella natia Scozia per riprendere la corona che le spetta di diritto. Dalla nascita, Maria ha come rivale al trono Elisabetta I (Robbie), che è invece la Regina d’Inghilterra.
LA POLITICA DEL FILM
Contrariamente alle versioni precedenti, le ricerche di John Guy hanno offerto l’immagine di una politica capace e di una guida sicura che puntava a un’alleanza con la cugina Elisabetta. Maria combatte per prendere la guida del regno, in un tempo in cui le regine erano viste come il fumo negli occhi dall’immaginario collettivo.
Per raggiungere i propri obiettivi, le due Regine prendono scelte molto differenti su matrimonio e figli. La reputazione di Maria è sotto il continuo attacco dei propri nemici, pronti a costruire castelli di bugie sulla sua condotta sessuale. Tradimenti, ribellioni e cospirazioni che tramano nelle rispettive corti, portano alla rottura definitiva fra le due cugine, lasciando a entrambe un costo salato da pagare.
DUE MAGISTRALI INTERPRETAZIONI
Un’opera travolgente che libera Maria Stuarda dai preconcetti che la dipingevano come una monarca debole o sessualmente promiscua. Descrive i conflitti e le ribellioni di Maria nei confronti di una corte di uomini che non ha mai cessato di tramare alle sua spalle per farla cadere.
La interpreta, nel ruolo che fu anche di Katharine Hepburn alla regia John Ford, Saoirse Ronan. Sua cugina e rivale al trono Elisabetta I, Regina di Inghilterra, è interpretata da Margot Robbie (ruolo rivestito due volte da Cate Blanchett in Elizabeth ed Elizabeth: The Golden Age).
Saoirse Ronan restituisce il ritratto di una Maria fiera, appassionata, dalla volontà di ferro; Margot Robbie conferma di possedere un talento ipnotico e multiforme, dipingendo una Elisabetta risoluta e dispotica ma fortemente schiava dei suoi traumi e delle sue paure. Due donne che cercano con tutti i mezzi a loro disposizione di affermare la propria autorità in un mondo dominato dagli uomini, tema quanto mai attuale che riflette lo spirito intrinsecamente moderno – sotto ogni aspetto – dell’affresco realizzato dalla Rourke
Là dove il cinema racconta sempre donne di potere come persone in cerca di una propria identità, esseri in divenire, qui Maria Stuarda è un essere umano che sa benissimo chi è e chi non è, soprattutto sa quale sia il suo posto e non intende cederlo. Figura carismatica che tiene i propri problemi chiusi nelle sue stanze, che sa risolverli e sembra inarrestabile, è una leader naturale che non ha niente di maschile né le solite caratteristiche che i cineasti più pigri usano per descrivere donne potenti.
Un’opera travolgente che libera Maria Stuarda dai preconcetti che la dipingevano come una monarca debole o sessualmente promiscua. Descrive i conflitti e le ribellioni di Maria nei confronti di una corte di uomini che non ha mai cessato di tramare alle sua spalle per farla cadere.
La interpreta, nel ruolo che fu anche di Katharine Hepburn alla regia John Ford, Saoirse Ronan. Sua cugina e rivale al trono Elisabetta I, Regina di Inghilterra, è interpretata da Margot Robbie (ruolo rivestito due volte da Cate Blanchett in Elizabeth ed Elizabeth: The Golden Age).
Saoirse Ronan restituisce il ritratto di una Maria fiera, appassionata, dalla volontà di ferro; Margot Robbie conferma di possedere un talento ipnotico e multiforme, dipingendo una Elisabetta risoluta e dispotica ma fortemente schiava dei suoi traumi e delle sue paure. Due donne che cercano con tutti i mezzi a loro disposizione di affermare la propria autorità in un mondo dominato dagli uomini, tema quanto mai attuale che riflette lo spirito intrinsecamente moderno – sotto ogni aspetto – dell’affresco realizzato dalla Rourke
Modelli di femminilità
Due anime dilaniate tra il desiderio di dominio, forte come e più di un Re, e quel fare i conti con la solitudine e l’impossibilità di realizzare, a pieno, l’essere madre, moglie e donna. La speranza di armonia è nelle fragili braccia di un bambino, il futuro Giacomo VI Stuart che, dopo la morte di Elisabetta I, sua tutrice in sostituzione della vera madre, Maria, salirà al trono unificando i due regni.
Il loro è stato lo scontro tra 2 mondi, ma anche tra 2 visioni della vita e della femminilità. Maria, cresciuta in Francia alla corte dei Medici e considerata tra le donne più belle d’Europa, era colta e aperta: si sposò 3 volte ed ebbe un figlio, Giacomo I, che dopo la sua morte unì Inghilterra e Scozia. Elisabetta era sospettosa e un po’ insicura, forse per via del proprio aspetto: sfigurata dal vaiolo, nascondeva le cicatrici sotto un’inquietante maschera di biacca bianca.
Ribattezzata “la regina vergine”, restò nubile e non ebbe eredi, in un’epoca in cui il matrimonio era una necessità politica, nonché un modo per stringere alleanze. Ma lei stessa dichiarò: «Ho già un marito ed è il regno d’Inghilterra». Pare che, dopo l’esecuzione di sua cugina, abbia pianto per giorni. Forse perché non aveva più una rivale contro cui combattere. O magari perché aveva perso l’unica donna in grado di capire quanto fosse difficile indossare quella corona tanto prestigiosa quanto pesante.