L’America e il problema razziale
La storia è ambientata negli anni ’70: Ron Stallworth (John David Washington) è il primo agente afro-americano che lavora nel Dipartimento di Polizia di Colorado Springs. Determinato a farsi notare, Stallworth si imbarca coraggiosamente in una missione pericolosa: infiltrarsi e smascherare il gruppo del Ku Klux Klan. Per l’importante indagine sotto copertura, il giovane agente recluta un collega di maggiore esperienza, Flip Zimmerman (Adam Driver). Quest’ultimo finge di essere Ron negli incontri di persona con i membri del Gruppo dell’Odio e viene a conoscenza di un complotto fatale.
Insieme i due fanno squadra per abbattere l’estremistico Gruppo dell’Odio, mentre l’organizzazione si prefigge di dare una ripulita alla sua violenta retorica per conquistare la massa.
La voce originale di Spike Lee
A portare la storia di Stallworth sul grande schermo non poteva che essere un regista del calibro di Lee. Nel corso della sua straordinaria carriera più che trentennale, il cineasta candidato all’Oscar ha realizzato un indimenticabile corpo di lavoro, fin dal suo film indipendente della svolta Lola Darling del 1986. Con Fa’ la cosa giusta, Malcom X, Inside Man e il documentario in quattro parti When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts ha dimostrato di essere uno dei registi e sceneggiatori più originali e creativi d’America.
Dotato di forza creativa formidabile e inflessibile, la cui arte è radicata nella verità, sostenitore instancabile dell’equità e giustizia sociale, il regista ha scelto un cast d’eccellenza per raccontare una storia di odio, servendosi anche di leggerezza, battute divertenti e fluidità così da stemperare la tensione delle scene più drammatiche.
Il risultato è stato creare un film che racconta il passato ma “senza tempo” così da indurre a riflettere sul razzismo e sulla supremazia bianca negli Usa, questione che rimbalzano ancora nella nostra attualità.