Tutti In Piedi: Una Frizzante Commedia Sull’Amore Che Supera Ogni Diversità
Settembre 25, 2018 2:37 pm
Una commedia frizzante e divertente per la regia di Franck Dubosc: è Tutti in Piedi, nelle sale dal 27 settembre. La pellicola affronta con semplice ironia il problema della disabilità, dimostrando come i sentimenti riescano a oltrepassare qualunque barriera.
Storia di bugie e amore
Alla base del racconto cinematografico una grossa bugia. Jocelyn (Franck Dubosc) è un playboy di successo, pronto a conquistare qualunque donna ma un giorno, per un malinteso, viene scambiato per disabile da Julie, avvenente vicina della sua defunta madre. Il vortice di menzogne si colora di sorprese e situazioni divertenti quando la stessa decide di presentargli sua sorella Florence (Alexandra Lamy), realmente costretta alla sedia a rotelle ma piena di vita. La storia prende così una piega decisamente diversa…
Dubosc in prima linea
Nel film, Franck Dusbosc non è solo l’attore protagonista. A lui, infatti, sono andati anche i ruoli di produttore, regista e sceneggiatore.
Ha iniziato a scrivere la storia non sapendo che ne sarebbe poi stato l’interprete principale. A spingerlo una motivazione duplice e doppiamente personale: da una parte, una riflessione personale scaturita da una madre impossibilitata a camminare che considera la sedia a rotelle come una “benedizione” che le permette comunque di muoversi ma anche come “un ostacolo” davanti alle barriere architettoniche; dall’altra la volontà di immaginare una storia d’amore basata su differenze di tipo fisico.
Il titolo scelto Tout le monde debout (Tutti in piedi) si riferisce in maniera particolare a Jocelyn, per dirgli: alzati, sollevati, elevati. Perché alla fine, è lui quello con il vero handicap.
Il messaggio del film
La storia di Tutti in Piedi invita a riflettere sul modo (spesso sbagliato) in cui si tende a guardare la disabilità, perché la diversità sta negli occhi di chi guarda. A spiegare il messaggio che ha voluto trasmettere sono gli stessi protagonisti:
Franck Dubosc: «Che chi è condannato a rimanere seduto ci appare diverso da noi ma in realtà non lo è. E’ un argomento al quale tengo molto, ma non voglio fare proclami, non voglio dare lezioni. Voglio solo dire che dobbiamo interessarci alle persone per come sono dentro. Tutti possiamo sollevarci, se lo desideriamo…».
Alexandra Lamy: «Tutto è possibile, basta volerlo. Bisogna munirsi degli strumenti necessari e lottare. Capisco che possa sembrare ottimistico, anche senza toccare il tasto dell’amore, che ha comunque la precedenza su tutto il resto. Forse sarà un cliché, ma l’amore, anche oggi, può annullare le differenze e abbattere le barriere».
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